OFFICIAL STATEMENT

AC Milan confirms that Paolo Maldini, the club’s Technical Director, became aware of contact with a person who subsequently tested positive for Coronavirus and began to display symptoms of the virus himself. He was administered with a swab test yesterday, the result of which was positive. His son Daniel, a forward in AC Milan’s youth team who had previously been training with the First Team, also tested positive.

Paolo and Daniel are both well and have already completed two weeks at home without contact with others. They will now remain in quarantine until clinically recovered, as per the medical protocols outlined by the health authorities.

https://www.acmilan.com/en/news/club/2020-03-21/official-statement

AC Milan NOTA UFFICIALE

AC Milan comunica che il Direttore dell’Area Tecnica del Club Paolo Maldini, venuto a conoscenza di aver avuto un contatto con una persona positiva e avendo in corso sintomi da virosi, è stato sottoposto ieri a tampone che è risultato positivo al Coronavirus. Allo stesso modo il figlio Daniel, attaccante della Primavera rossonera aggregato alla Prima Squadra.

Paolo e Daniel sono in buone condizioni e, dopo aver già trascorso oltre due settimane nella propria abitazione senza contatti esterni, come previsto dai protocolli medico-sanitari prolungheranno la quarantena per i tempi necessari alla completa guarigione clinica.

https://www.acmilan.com/it/news/club/2020-03-21/nota-ufficiale

Gioielleria Milan: Maldini jr, bomber Colombo, il gigante Jungdal, ecco i Giunti boys

Federico Giunti, 48 anni. Lapresse

I rossoneri promossi in Prima Divisione dopo un campionato dominato: tutti i nomi da tenere d’occhio per il futuro

Marco Calabresi22 febbraio – 18:40 – MILANO

Che il Milan, con la Primavera, volesse subito tornare nella categoria che le compete, si era capito già dal mercato estivo. In rossonero sono arrivati due attaccanti come il brasiliano Luan Capanni (ex Lazio, che con Inzaghi aveva già esordito in Serie A) e l’ex Catania Emanuele Pecorino. Tra campionato e Coppa Italia hanno segnato 17 gol in due (nove Pecorino, otto Capanni), ma nessuno dei due era in campo dal 1′ nella partita contro la Spal.Commenta per primo

In panchina, invece, è rimasto Federico Giunti: tornato al settore giovanile dopo essere arrivato fino alla Serie B (Perugia), lo scorso anno da subentrato all’esonerato Alessandro Lupi non era riuscito a evitare la retrocessione alla fine di una stagione disgraziata, ma è rimasto in sella e ha riportato il Milan nella Serie A della Primavera.SERIE AFiorentina22/0220:45Milan

Daniel Maldini ha esordito in serie A nei minuti finali contro il Verona. Ansa

Daniel Maldini ha esordito in serie A nei minuti finali contro il Verona. Ansa

CONFERME

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In attacco, nel Milan che ha battuto 3-1 la Spal conquistando aritmeticamente la promozione con quattro giornate di anticipo, c’erano Giacomo Olzer, Riccardo Tonin e Lorenzo Colombo, tutti già nel settore giovanile rossonero. Proprio Colombo, che già nel 2018 fece parte sotto età della spedizione della Nazionale Under 17 all’Europeo, è stato il “nuovo acquisto” delle ultime settimane: cinque gol nelle ultime quattro partite dopo la frattura al piede. E’ nato a Vimercate, Colombo; gli altri due, invece, arrivano da nord-est. Da Rovereto Olzer, dalla provincia di Vicenza (nato ad Arzignano, cresciuto a Brogliano) Tonin.

ASSENTI PRESENTI

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Diciassette gol in due li hanno segnati anche Daniel Maldini e Marco Brescianini, che non erano al Vismara a festeggiare con i compagni. Cause di squadra maggiore: Stefano Pioli li ha convocati per la trasferta di Firenze e uno, il figlio d’arte, ha pure già esordito in Serie A contro il Verona e – dopo Milan-Juve di Coppa Italia – ha regalato anche la sua maglia al collezionista Gigi Buffon. Brescianini, invece, è nato a Calcinate (nello stesso paese di Belotti), e ha da pochi mesi rinnovato il suo contratto fino al 2024, un anno in più rispetto all’accordo con Alessandro Sala, altro centrocampista da seguire. Brescianini è un classe 2000, gioca in Primavera da fuoriquota e si pensava potesse già andare in prestito in B a gennaio: alla fine è rimasto a Milanello, il viaggio si farà la prossima stagione. A proposito di fuoriquota, è anche il Milan di Emanuele Torrasi, il più grande di tutti: è nato nel 1999, ma la fortuna gli ha voltato le spalle, con una serie di infortuni che il centrocampista ha superato.

Matteo Soncin, classe 2001. Lapresse

Matteo Soncin, classe 2001. Lapresse

PORTIERE

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E chissà cosa ne sarà di Matteo Soncin, portiere 2001 che per talento segue le orme di Gigio Donnarumma e Alessandro Plizzari, anche se la struttura fisica non è la stessa. La sua porta, grazie anche alla difesa guidata da Tommaso Merletti, è ovviamente quella meno battuta di tutto il campionato Primavera: soli 13 gol subiti, neanche l’Atalanta campione d’Italia in Primavera 1 sa fare meglio. Con Soncin si è alternato il danese Jungdal, alto quasi due metri e preso dal Vejle: oggi è diventato maggiorenne, per lui festa doppia.

COPPA ITALIA

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Il Milan, in questa stagione, una partita l’ha persa, in Coppa Italia al Franchi contro la Fiorentina. Aveva superato tre turni, e tutti in trasferta, eliminando Sampdoria, Spezia e il Torino che lo scorso anno era arrivato fino alla finale. A vincere il trofeo erano stati i viola, anche quest’anno arrivati all’atto decisivo: affronteranno il Verona, che è nel girone del Milan in campionato, e a cui i rossoneri il 9 novembre hanno fatto cinque gol.

https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Milan/22-02-2020/milan-primavera-anticipo-maldini-jr-gioiellino-colombo-tutti-ragazzi-giunti-3601153569842.shtml

L’importanza di chiamarsi Maldini: tutte le grandi dinastie del calcio mondiale

Con il debutto di Daniel hanno giocato in serie A tre generazioni diverse: un record condiviso con i Cudicini. E all’estero…

Giuseppe Pastore@gippu13 febbraio – 10:23 – MILANO

Cesare non aveva potuto assistere dal vivo al debutto di Paolino. Il suo ruolo di vice-ct della Nazionale, un passo dietro Enzo Bearzot, lo costrinse a restare a casa per guardare Inter-Atalanta a San Siro, in una Milano asserragliata nella morsa del gelo.Commenta per primo

Ma il gennaio del 1985 era destinato a passare alla storia anche per la prima delle 902 partite da professionista di Paolo Maldini, di cui il papà ebbe notizia ascoltando “Tutto il calcio minuto per minuto”: stava guidando su Viale Caprilli e pensò bene di accostare, per evitare pericolosi sbandamenti dovuti all’emozione. Trentacinque inverni dopo Paolo è stato testimone oculare dalla tribuna autorità del battesimo del fuoco di Daniel, gettato nella mischia da Pioli nei minuti di recupero di Milan-Verona. È riuscito a toccare un solo pallone, di testa, su un corner battuto male, ma i suoi tre minuti sono passati alla storia del calcio italiano: è la prima volta che un giocatore italiano veste gli stessi colori di suo padre e di suo nonno.

I MALDINI

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Breve ripasso di storia per i più giovani: Cesare Maldini ha indossato il rossonero per 412 partite dal 1954 al 1966, diventando il 22 maggio 1963 a Wembley il primo calciatore italiano ad alzare da capitano una Coppa dei Campioni, dopo il 2-1 al Benfica. Paolo è riuscito a superarlo in presenze e vittorie, diventando – con 26 trofei – il calciatore italiano più vincente di tutti i tempi: quando ha smesso il Milan ha ritirato la maglia numero 3, onore toccato in passato solo alla 6 di Franco Baresi. Per il 18enne Daniel non sarà facile essere all’altezza del papà e del nonno: ma da qualche parte bisogna pur iniziare, e lui ha iniziato con due minuti nella bagarre di valore inestimabile. La prima presenza ufficiale segue l’ampio minutaggio concessogli in estate da Marco Giampaolo nell’International Champions Cup; la sua Primavera, dopo la balorda retrocessione dell’anno scorso, sta dominando la seconda divisione anche grazie ai suoi sei gol e quattro assist in nove partite. Per il momento ha scelto un umile 98, sognando magari di spolverare quel numero di maglia custodito in una teca dall’estate 2009.

Fabio Cudicini e Carlo Cudicini.

Fabio Cudicini e Carlo Cudicini.

I CUDICINI

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I Maldini sono la seconda famiglia italiana a vantare tre generazioni con almeno una presenza in serie A. I primi, anche loro fortemente legati al rossonero, sono stati i Cudicini. Nonno Guglielmo giocò otto partite in serie A con la Triestina dal 1929 al 1934, le ultime cinque in compagnia di Nereo Rocco, futuro allenatore di suo figlio Fabio. Leggerino ma tecnico, soprannominato “il ballerino”, Guglielmo era un terzino che per la sua qualità fu a volte sfruttato anche in attacco. Morì nel 2007 nella sua Trieste, il giorno dopo il suo 104° compleanno. Fabio, altissimo (1 metro e 91) per l’epoca, ribattezzato “il Ragno Nero” per la tinta unita della sua divisa di gioco che richiamava il grande Jascin, giocò a lungo con Udinese, Roma e Brescia ma si lasciò gli anni più belli per il finale, approdando al Milan già ultra-trentenne: uno scudetto, una Coppa Campioni vinta grazie alle sue prodezze in semifinale a Manchester, una romanzesca Intercontinentale vinta in Argentina e una coppa Italia vinta nel 1972 all’ultima partita in carriera. Carlo invece conobbe il rossonero già da adolescente, debuttando addirittura in Champions League negli ultimi minuti di un Porto-Milan del 1993 per sostituire Sebastiano Rossi, ma non gli riuscì mai di esordire in serie A. L’unica presenza in campionato con la maglia della Lazio, da terzo portiere della stagione 1996-97, ebbe connotati eroici degni dei due antenati: subentrato al 4’ per sostituire l’espulso Marchegiani, nel finale si ruppe il crociato anteriore del ginocchio destro in uno scontro con Bisoli ma rimase stoicamente in campo perché Zeman ha finito i cambi e i portieri. Purtroppo la sua stagione finì lì, come la sua esperienza biancoceleste: trovò più fortuna in una lunga e brillante esperienza in Premier League con Chelsea e Tottenham.

Da sinistra: Marquitos, Marcos Alonso Pena e Marcos Alonso Mendoza.

Da sinistra: Marquitos, Marcos Alonso Pena e Marcos Alonso Mendoza.

GLI ALONSO

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E all’estero? Le tre generazioni di Alonso non hanno una maglia in comune come i Maldini, ma hanno comunque scritto pagine importanti sia in Spagna che nel resto d’Europa. Iniziamo dal capostipite Marquitos (all’anagrafe Marcos Alonso Imaz), otto anni da difensore centrale nel Real Madrid dal 1954 al 1962, con quattro finali di Coppa Campioni disputate e anche un gol nella prima, contro il Reims nel 1956. Suo figlio Marcos Alonso Pena si è notevolmente discostato dalla tradizione paterna, vestendo le maglie delle arci-rivali Barcellona e Atletico Madrid: il suo unico assalto alla “Orejona” (come chiamano in Spagna la coppa dalle grandi orecchie) finì nella tragedia sportiva del 7 maggio 1986, quando a Siviglia il Barça si fece ipnotizzare dalla Steaua Bucarest e in particolare dal suo baffuto portiere Duckadam che parò quattro rigori su quattro, l’ultimo dei quali proprio ad Alonso. Suo figlio Marcos Alonso Mendoza ha invece seguito le orme del nonno, anche se ha all’attivo una sola presenza ufficiale con la prima squadra del Real Madrid: lo ricordiamo meglio a Firenze, poderoso terzino sinistro dal 2014 al 2016, mentre adesso gioca da quattro stagioni al Chelsea.

Da sinistra: Tomas Balcazar, il "Chicharo" Hernandez e il "Chicharito" Hernandez.

Da sinistra: Tomas Balcazar, il “Chicharo” Hernandez e il “Chicharito” Hernandez.

GLI HERNANDEZ

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Caso più unico che raro è quello della famiglia Hernandez che ha mandato tre generazioni ai Mondiali con la casacca del Messico. L’ultimo e anche il più famoso è il “Chicharito” Javier Hernandez, ex Real Madrid e Manchester United, presente a Sudafrica 2010, Brasile 2014 e Russia 2018. Ha segnato almeno un gol in ogni edizione e deve il soprannome a suo padre Javier Hernandez Gutierrez, detto “chicharo” (pisello) per gli occhi verdi, numero 19 del “Tricolor” ai Mondiali casalinghi del 1986 ma mai impiegato neanche per un minuto. Il nonno materno era invece Tomas Balcazar, che nel Mondiale 1954 mise insieme due presenze e un gol contro la Francia – la stessa squadra a cui suo nipote avrebbe fatto gol nel 2010.

Da sinistra: Francisco Gento, Paco Llorente e Marcos Llorente.

Da sinistra: Francisco Gento, Paco Llorente e Marcos Llorente.

I LLORENTE

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Non c’è nulla di paragonabile alla dinastia Llorente, che vanta ben cinque giocatori diversi nell’album di famiglia del Real Madrid: l’ultimo è stato il centrocampista Marcos, addirittura in gol nella finale del Mondiale per Club 2018 contro l’Al-Ain (oggi gioca nell’Atletico Madrid). Suo padre è Paco Llorente, sette anni nel Real di fine anni Ottanta, quello della “Quinta del Buitre” che vinse campionati a ripetizione ma mai la Coppa dei Campioni, incassando una formidabile ripassata a San Siro dal Milan di Sacchi nella notte del 5-0, in cui aveva indossato la maglia numero 11 senza lasciare traccia. I tifosi madridisti ricordano con più affetto una sua grande partita a Porto, quando aiutò il Real a ribaltare il risultato e qualificarsi ai quarti entrando dalla panchina e servendo due assist a Michel. Ma Paco (che aveva un fratello, Julio, da oltre 400 partite in Primera Division e due stagioni al Real dal 1988 al 1990) altri non è che il nipote di Francisco Gento, fuoriclasse all’altezza del Grande Real di Puskas e Di Stefano che si aggiudicò le prime cinque edizioni della Coppa dei Campioni dal 1956 al 1960. E, a complicare ulteriormente le cose come in una telenovela spagnola, aggiungiamoci anche il quinto parente acquisito: Paco Llorente è infatti il genero di Ramon Grosso, attaccante per dodici stagioni alle dipendenze di Santiago Bernabeu, dal 1964 al 1976, con sette “scudetti” e una Coppa dei Campioni. Se la stirpe proseguirà, vi terremo aggiornati.

https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Milan/03-02-2020/importanza-chiamarsi-maldini-tutte-grandi-dinastie-calcio-mondiale-360631600953.shtml

F. Galli: “Daniel Maldini talento innato, ha le movenze di Paolo”

Gennaro Gattuso ha infatti deciso di convocare il più piccolo dei Maldini, cioè Daniel, classe 2001. Di lui si parla un gran bene e c’è molta curiosità di vederlo in campo. Per conoscerlo meglio, i colleghi di Calciomercato.com hanno intervistato Filippo Galli, ex responsabile del settore giovanile rossonero: “Daniel ha un talento innato che ha spesso mostrato nel settore giovanile, vincendo anche il campionato nazionale under 16″, ha esordito Galli. Che ha poi continuato: “E’ un giocatore che ‘vede’ calcio, ha letture davvero importanti. Ha fatto un percorso nel settore giovanile che gli ha permesso di sviluppare determinate doti che sono fondamentali se si vuole fare questo sport a un certo livello“.

Il ruolo è molto diverso rispetto a quello di papà Paolo e nonno Cesare: “Gioca sulla trequarti, ma può fare bene in diversi ruoli“. Molto simili sono invece le movenze: “Si, effettivamente sia lui che suo fratello Cristian hanno delle movenze di Paolo, lo stile della corsa è simile“. Infine sul peso del cognome, che non pare incidere sulla testa del ragazzo: “Sinceramente non mi pongo il problema del cognome pesante, non ha mai dato la sensazione di subire o voler far leva su questo aspetto“.
— Read on www.milanlive.it/2018/09/07/news-milan-galli-daniel-maldini/

Amichevole: AC Milan-Pro Piacenza 1-0

https://www.acmilan.com/it/news/amichevole/2018-09-08/contro-il-pro-piacenza-decide-borini

Milanello, sabato alle 11.30, il Milan è stato impegnato in un’amichevole contro il Pro Piacenza, che milita nel campionato di Lega Pro. I rossoneri, inizialmente, sono scesi in campo con questa formazione: Reina; Abate, Musacchio, Simic, Basani; Bertolacci, Biglia, Bakayoko; Castillejo, Higuain, Borini.

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Il primo tempo ha visto i ragazzi di Mister Gattuso prendere in mano da subito le operazioni, andando vicini al vantaggio dopo un bel tiro dalla distanza di Bakayoko che ha colpito l’incrocio. Poi si è reso pericoloso Castillejo, servito da Higuain, che ha calciato di sinistro colpendo il palo. A ridosso dell’intervallo il Diavolo ha trovato il gol grazie a Borini, bravo a scattare sul filo del fuorigioco e a superare il portiere Bertozzi con un destro preciso.

Nella ripresa José Mauri ha sostituito Basani e la squadra ha provato a mantenere alta la pressione per cercare il raddoppio. Aggregati dal Milan Primavera, sono entrati anche i giovani Daniel Maldini, Torrasi, Merletti e Frigerio al posto di Biglia, Bakayoko, Musacchio e Bertolacci. È stato ancora Borini ad avere la migliore occasione per il 2-0, ma la sua conclusione al volo non ha inquadrato la porta. Al fischio finale (1-0) c’è stato l’abbraccio tra Gattuso e Giannichedda, tecnico del Pro Piacenza.

U17 A e B, una rete di Rossi decide il derby contro il Milan | Inter Youth

Basta una rete di Kevin Rossi per regalare all’U17 A e B nerazzurra la vittoria nel derby contro il Milan: dopo i primi 20 minuti di sostanziale confusione in cui si segnalano solo una bella discesa sulla destra di Vaghi e il tiro di Duse finito di poco a lato, infatti, al 26′ Fonseca approfitta di un errore della difesa rossonera e serve il numero 10 nerazzurro che da posizione defilata manda il pallone alle spalle del portiere Soncin.

I padroni di casa continuano a spingere e al 29′ è Duse ad impegnare l’estremo difensore ospite con un tiro deviato in angolo, mentre a inizio ripresa ancora Soncin compie un miracolo su Vergani (43′).

Il Milan prova ad agguantare il pareggio provandoci con Tonin, ma Pozzer e compagni fanno buona guardia e salvano il risultato.

Al 53′ Vergani lavora benissimo un pallone per il neo entrato ChrysostomouSoncin è attento e nega al giovane cipriota la gioia del gol, ripetendosi poi pochi minuti più tardi quando neutralizza il tentativo di Del Grosso (56′).

I rossoneri pressano alla ricerca spasmodica del pareggio andandoci vicinissimi in pieno recupero, ma Vaghi effettua un miracoloso salvataggio sulla linea che chiude, di fatto, la gara e consegna all’Inter i tre punti e la gioia di rendere Milano, ancora una volta, nerazzurra.

Man of the Match InterYouth è: Kevin Rossi. Il centrocampista classe ’01 oggi può ritenersi più che soddisfatto: disputa infatti una buona gara fatta di corsa e sacrificio, aiuta la squadra in entrambe le fasi e si toglie anche la gioia del gol, regalando ai suoi compagni una meritatissima vittoria.

http://www.interyouth.it/squadre/allievi-nazionali-a/u17-a-e-b-una-rete-di-rossi-decide-il-derby-contro-il-milan/

Matteo Soncin è campione d’Italia con il Milan

CALCIO GIOVANILE UNDER 16 C’è anche un po’ di Rovigo nel titolo del Milan contro la Roma. Venerdì 23 giugno Matteo Soncin di Porto Viro, ha conquistato lo scudetto di categoria 

E’ giovane, ed ha tutto il futuro davanti. Matteo Soncin di Porto Viro, scuola Bocar Juniors, si è laureato campione d’Italia con il Milan nel campionato Under 16 battendo la Roma di mister Rubinacci allo stadio Dino Manuzzi di Cesena.


Cesena – Il Milan Allievi Under 16 è campione d’Italia. Sconfitta la Roma nella finale disputata allo stadio Dino Manuzzi di Cesena. Risultato finale che non lascia spazio alle interpretazioni di 5-2. Al fianco di Daniel Maldini, figlio di Paolo, c’era anche un polesano, ma schierato tra i pali. E’ Matteo Soncin, portovirese scuola Bocar Juniors. Una bella soddisfazione per il giovane talento che viaggia sulle orme di Donnarumma oggetto del mercato mondiale di questi giorni.

ROMA-MILAN 2-5 (primo tempo 1-3) 

MARCATORI Tonin (M) al 1’, Basani (M) al 18’, Haidara (M) al 24’, Riccardi (R) al 30’ p.t.; Barbarossa (R) al 6’ s.t., Tonin (M) al 40’, Haidara (M) al 45′ s.t. 

ROMA Cardinali; Parodi (dal 36’ s.t. Bucri), Santese, Laurenzi, Semeraro (dal 28’ s.t. Calafiori); Riccardi (dal 36’ s.t. Simonetti), Chierico (dal 4’ p.t. Meo), Greco; Bamba (dal 28’ s.t. Silipo), Barbarossa, Cangiano (dal 28’ s.t. Bouah). All. Rubinacci. 

MILAN  Soncin; Barazzetta, Merletti, Culotta, Basani; Frigerio, Brambilla, Sala; Haidara; Maldini (dal 27’ s.t. Olzer), Tonin. All. Lupi.

http://www.rovigooggi.it/articolo/2017-06-25/matteo-soncin-e-campione-d-italia-con-il-milan/#.WnEs_zxB2Ec