MILANO Ha fatto boxe, il papà a tempo pieno, le partite di calcio con gli amici sull’ erba sintetica di un campo amatoriale e il tifoso milanista a San Siro. Ma l’ autentico anno sabbatico di Paolo Maldini sta per finire. Era cominciato il 31 maggio 2009 a Firenze, con l’ addio a 41 anni, dopo 25 stagioni da calciatore. Si concluderà il prossimo 28 maggio a Nyon, in Svizzera, dove l’ ex capitano del Milan e della Nazionale sarà il testimonial della candidatura italiana per Euro 2016. Anche se il compito per ora è di sostanziale rappresentanza e senza contratto, la prima uscita ufficiale dopo il ritiro significa che ormai è pronto per rientrare da protagonista. Se lo contendono la Figc, che ha il vantaggio di battezzarlo al futuro in giaccae cravatta, il Milan, che può fare leva sul senso di appartenenza per plasmarlo dirigente, e l’ Uefa di Platini. Un mese fa il presidente federale Abete e il vicepresidente Albertini, amico ed ex compagno di squadra di Maldini, lo avevano individuato come ambasciatore ideale, nell’ atto finale della sfida con Francia e Turchia per l’ assegnazione dell’ Europeo 2016. Ieri l’ ex difensore azzurro (126 presenze, dietro le 132 di Cannavaro) ha detto sì: è un simbolo del calcio italiano, si muove con disinvoltura sotto i riflettori, ha un ottimo eloquio, anche in inglese, e un prestigio internazionale per nulla scalfito dalla recente vicenda giudiziaria per presunta corruzione legata a controlli fiscali. A Nyon un suo breve discorso accompagnerà il dossier della Figc, già visionato favorevolmente dall’ Uefa. L’ ostacolo alla candidatura, più della legge sui nuovi stadi in via di approvazione (ma forse non entro il 28), è la forza politica della Francia: si temono manovre per fare convergere voti sulla Turchia e tagliare fuori l’ Italia. In ogni caso a questa prima esperienza potrebbe seguire un impegno più consistente di Maldini nell’ eventuale organizzazione dell’ Europeo o nello staff federale, con un ruolo da definire ma sicuramente non di secondo piano. Scartata l’ idea di fare l’ allenatore o il direttore tecnico in Nazionale o al Milan (che gli aveva proposto anche un incarico di guida del settore giovanile, ottenendo un rifiuto), l’ ex fuoriclasse attende l’ imminente rinnovo dei quadri tecnici rossoneri e azzurri. Berlusconi oscilla tra Filippo Galli, Tassotti, Van Basten e Allegri, ma sa benissimo che, a prescindere dal nome del nuovo allenatore scelto al posto di Leonardo, il club non può temporeggiare troppo, se non vuole perdere il suo antico capitano. Abete aspetta il via libera della Fiorentina, per contattare Prandelli come successore di Lippi, osserva la situazione alla Roma (Ranieri è l’ altro naturale candidato ct) e si tiene di riserva la soluzione Sacchi: magari con Zola come vice e proprio con Maldini come uomo nuovo della Figc.