MILANO – Silvio Berlusconi, il presidente, solo qualche settimana fa non lo considerava nemmeno della rosa. “Boban non lo conto, penso che alla fine andrà al Marsiglia”. Zvonimir Boban invece è rimasto, si è presentato a Milanello per il raduno, si è accontentato di infilare qualche sorriso tra le cento domande fatte a Savicevic, Papin e Lentini con tutta l’ aria di chi si sentiva già un vicitore solo per aver evitato un’ altra stagione in esilio. Il Milan infatti voleva prestarlo per un anno ancora. Ma lui ha ripetutamente rifiutato le proposte della società, non si è accontentato delle garanzie sul futuro, ha obbligato il Milan a rimediare con gli amici del Marsiglia a cui era stato promesso e si è messo con gli altri al lavoro. Tutt’ altro che disposto ad accontenarsi di starsene nell’ ombra. E domenica sera, alla prima uscita stagionale del Milan con scudetto e marchio del nuovo sponsor, ha combinato uno scherzo a tutti, conquistando una ribalta che era stata preperata per altri. A Varese infatti tifosi, pochi, e televisione aspettavano i gol di Papin, l’ uomo d’ oro Lentini e il genio di Savicevic. Li aspettava certo anche Capello che immaginando il Milan prossimo venturo non parte sicuramente dal croato. Ma Zvonimir, detto Zorro, ha combinato uno scherzetto a tutti rubando gli sguardi, i buoni pensieri e gli applausi. Soprattutto ha sovvertito quelli che erano i pronostici e le attese obbligando il tecnico a fare dei complimenti che non erano certo programmati e dando davvero un valore particolare a quelle considerazioni fatte nella prima conferenza stampa a proposito di questo vistoso pattuglione di stranieri da amministrare. “A ben vedere – aveva detto ad un certo momento Capello – nessuno può dire con esattezza cosa significhi gestire un gruppo con queste presenze. Un’ incognita per noi e per tutti coloro che hanno più di tre stranieri. Non ci sono precedenti per nessuno, quindi…”. Sicuramente Capello non pensava a Boban in quel momento: del resto pochi avevano puntato sul suo nome prefigurando anche solo il Milan versione estiva. Quella di domenica sera per ora può essere vista come una piacevole sorpresa di mezza estate, la prova che aver puntato sulla concorrenza interna garantisce esiti inattesi. E questo non vale solo per Boban che si è imposto alla ribalta giocando e segnando con leggiadria. Anche Ruud Gullit, appena rientrato dalle vacanze, si è fatto subito notare. Col sorriso sulle labbra ma con parole che potrebbero avere anche l’ effetto di un ordigno a tempo: “Un giocatore come me, che l’ anno scorso è stato determinante, non deve aver certo il problema di preoccuparsi del posto…”. Se quella di Boban può essere vista come una rivincita nei confronti di coloro che gli avevano ritagliato un posto defilato considerandolo semplicemente un aggregato, Ruud Gullit ha subito dato un primo colpo al castello di certezze di chi non vede pericoli per la presenza di un così alto di stelle straniere. “Il mio settore di gioco – ha aggiunto l’ olandese che qualcuno ha subito indicato come predestinato a rischiare il posto – è sulla fascia destra, in attacco. So benissimo che sono arrivati altri giocatori con quelle caratteristiche, come Lentini. Mi pare che uno come lui possa benissimo giocare a sinistra. Credo che chi è arrivato al Milan sapeva che noi olandesi facciamo parte di questo mondo. Non siamo certo noi a doverci adattare”. Parole pronunciate col sorriso, considerazioni a voce alta. Ma parole che valgono un messaggio. E sicuramente non mancheranno, in qualche saletta di Milanello, le spiegazioni. Alla determinazione con cui Gullit sa farsi sentire al Milan, a ben vedere, sono abituati ma anche con Boban in via Turati hanno capito di avere a che fare con un tipetto dal carattere forte, oltre che con un giovane talento come aveva segnalato il direttore sportivo Braida che lo vide ancora diciasettenne. Dal giorno in cui, un anno fa, Boban mise piede a Milano il suo primo obiettivo divenne quello di infilarsi la maglia del Milan. Alle sue spalle c’ era un paese che stava precipitando in un conflitto spietato. Il Milan ha fatto tutto il possibile per aprirgli una strada per l’ Italia, del resto proprio la guerra aveva fatto cadere le vecchie regole che avrebbero bloccato Boban fino a 28 anni. “Sarò sempre grato a Berlusconi”, ripeteva l’ anno scorso mettendosi, non senza qualche tentennamento, sulla strada per Bari. Ma le sue idee erano ben chiare: tornare in fretta a Milanello. Determinato a conquistarsi un posto in prima fila. Fin dai primi giorni.
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