Milan, la solitudine di Maldini, Pioli e dei tifosi – La Gazzetta dello Sport – Tutto il rosa della vita

Maldini, Pioli, i tifosi: quanta solitudine questo Milan

Paolo senza Boban deve decidere se restare o abbandonare. Solo è pure il tecnico, con l’ombra di Rangnick che si allunga sempre più su di lui. E soli sono i supporter rossoneri senza neppure più uno stadio dove sfogarsi

Massimo Oriani@massimooriani9 marzo – 11:56 – MILANO

Albert Einstein parlava di solitudine penosa in gioventù ma deliziosa negli anni della maturità. Paolo Maldini ne ha solamente 51, non è più un ragazzino ma nemmeno arrivato al punto da poterla apprezzare in quanto tale, specialmente se ti avvolge quando più avresti bisogno di una spalla, di qualcuno con cui condividere le pene. Come quell’1-2 col Genoa rimbombato ancor di più nella pancia di un San Siro vuoto e assordante al tempo stesso.

San Siro vuoto durante Milan-Genoa di ieri. Getty

San Siro vuoto durante Milan-Genoa di ieri. GettyCommenta per primo

Paolo è imperturbabile, capitano di mille battaglie, ma in campo sapeva sempre cosa fare. Comandava con la voce e con i gesti, con la testa e con i piedi. Era il faro che conduceva in porto il vascello rossonero, le tempeste gli facevano un baffo. Ora naviga in acque tempestose senza un primo ufficiale di coperta a bordo di quella che somiglia più a una scialuppa di salvataggio che a una portaerei. Domenica nel deserto del Meazza non c’era. Era a casa con la febbre, malanni di stagione, niente coronavirus, tranquilli. Ma anche se ci fosse stato, sarebbe stato dannatamente solo. Coi suoi pensieri, senza la spalla Boban, uno che come lui ha vissuto il campo, il Milan – quello vero non l’attuale brutta e sbiadita copia – che lo ama visceralmente, l’ha nell’anima prima ancora che nel cuore.

Maldini con Stefano Pioli. Lapresse

Maldini con Stefano Pioli. Lapresse

SCELTE

Eppure non voleva. Era stato restio, per tanto tempo. Aveva capito che tenersi alla larga dal “pasticciaccio brutto” alla cinese era cosa buona e giusta. Non era riuscito a tentarlo Silvio Berlusconi, non ci era riuscito Adriano Galliani. Poi ha ceduto all’attuale proprietà, conscio che servisse un milanista per non cancellare ogni ombra di quello che è stato, di un Impero caduto ma con potenziale per rialzarsi. Almeno così credeva. Invece si è ritrovato solo. Senza neppur essere l’unico. Una solitudine in compagnia, contraddizione in termini ma l’istantanea di questo Milan. Solo era Ivan Gazidis sulle tribune di San Siro, ad ascoltare le urla genoane, coltellate profonde a un progetto che non decolla, non può decollare in questo mare magnum di sconforto, confusione e mancanza d’unità d’intenti. In questo Milan delle due anime. Forse alla fine ne resterà una sola, basta sia quella giusta.

Stefano Pioli, 54 anni. Lapresse
SOLO

Solo. Eccola che riaffiora, prepotente e invadente, quella parola che ferisce. Solo è pure Stefano Pioli, condottiero senza scudo. Attorno a lui si è creato il vuoto. Ha perso Boban, potrebbe perdere Maldini, sulla sua testa aleggia il fantasma di Rangnick, se è vero – come sostiene lo stesso Zvone – che l’allenatore è stato ingaggiato sin da dicembre. Difficile trasmettere qualcosa ai tuoi ragazzi quando sai che il tuo progetto è un castello di carte che verrà abbattuto dal vento del Nord, in arrivo dalla Germania. Impensabile credere, ingenuo illudersi, che il Milan visto ieri a San Siro non sia il prodotto di quanto sta accadendo in via Aldo Rossi. Si può essere soli in mezzo alla folla. A contare non è il numero delle persone che ti stanno accanto ma quello di chi lo fa proteggendoti il fianco. Quello di Pioli oggi è scoperto e come in tutte le grandi battaglie della storia, è impossibile vincere quando non lo proteggi.

TIFOSI

Soli lo sono anche i tifosi del Milan. Nemmeno più il conforto delle lamentele da “milanès piangina”, quella condivisione del dolore che lo fa sembrare più sopportabile. Allo stadio non ci si può andare, al bar meglio di no, e se capita a un metro di distanza, quel che basta per farti sentire isolato ancor di più. Con chi te la prendi al gol di Pandev? E al raddoppio di Cassata, tutto fuorché dolce se hai il Diavolo nel cuore? Affiora la nostalgia per chi ha vissuto l’epopea del Grande Milan. Ma almeno può affogare la delusione nei ricordi. Chi ha meno di 25 anni soffre ancor di più, è ancora più solo perché nemmeno quel rifugio gli è dato. Soli. Eppure mai quanto Maldini. Che ora ha davanti due strade: la prima lo porterebbe lontano da questo deserto dell’anima ma anche da quella maglia che porta sulla pelle. L’altra rischia di essere un vicolo cieco, quantomeno oggi è un buio viale dove procedere a tentoni. Nella speranza di non cadere in qualche buca. Rialzarsi, da soli, non è mai facile.

https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Milan/09-03-2020/maldini-pioli-tifosi-questo-milan-solitudine-3601571654880.shtml

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